Si è svolto questa mattina l’incontro: “Il Medio Oriente instabile.
Visto da Pechino e Teheran” con la partecipazione di S.E. Sig. Alberto Bradanini – Presidente del Centro Studi sulla Cina contemporanea, ex Ambasciatore d’Italia a Pechino (2013 -2015) e a Teheran (2008- 2013) e il Prof. Alessandro Dri – Professor of Trade Law, China University of Political Sciences and Law.
L’Amb. Bradanini ha illustrato lo scenario attuale mediorientale diviso in due fronti con il Qatar e la Turchia da una parte e Arabia Saudita, Bahrein, Egitto e Emirati Arabi dall’altra, a seguito della crisi diplomatica tra Qatar e gli altri paesi del golfo.
In questo contesto, a detta di Bradanini la Cina gioca da regolatore esterno e soprattutto mantiene buoni rapporti con l’Iran di Hassan Rouhani, sostenendo l’ingresso del Paese nell’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai (SCO). “La Cina di Xi Jinping non ha alcun interesse a scatenare una polveriera fra i paesi del Golfo –ha dichiarato l’Ambasciatore- e soprattutto per ragioni economiche”.
L’Arabia Saudita rappresenta infatti il primo partner commerciale in Medio Oriente, mentre l’Iran sarà un partner fondamentale per il programma cinese “One belt one road”.
Tale programma è stato poi illustrato in maniera approfondita dal Prof. Dri: un’immensa rete di comunicazioni terrestri e marittime nell’Eurasia per far rivivere gli antichi fasti della Via della Seta.
Per portare a termine la costruzione plurimiliardaria di infrastrutture che colleghi la Cina alll’EU, i cinesi dovranno camminare su un filo sottile per mantenere la loro proverbiale neutralità nelle relazioni diplomatiche in Medio Oriente. Non a caso i diplomatici cinesi all’ONU avevano votato a favore, strizzando un occhiolino ai sauditi, sulla famigerata risoluzione 2334 sull’illegalità degli insediamenti israeliani in Cisgiordania, quando l’amministrazione di Obama, ormai al tramonto, aveva deciso invece di astenersi.