In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2024, si è svolto un seminario di studio alla sede centrale della FAO (Roma), il 10 ottobre scorso, organizzato dal Forum delle ONG di Ispirazione Cattolica e dalla Missione Permanente della Santa Sede presso il polo romano delle Nazioni Unite.
Il Forum Roma, di cui FPS è membro, favorisce una collaborazione più incisiva tra enti uniti da una visione comune, promuovendo un’azione coordinata presso le Agenzie delle Nazioni Unite.
Ha aperto l’incontro il Cardinale Peter Kodwo Turkson, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, con un video messaggio in cui ha sottolineato come, malgrado un aumento della produzione alimentare globale, il numero di persone denutrite è in crescita, attribuendo tale paradosso alla distribuzione ineguale delle risorse alimentari e a una mancanza di solidarietà globale. Il Cardinale ha evidenziato l’importanza di un approccio scientifico e di politiche innovative per affrontare la crisi alimentare, enfatizzando l’urgente necessità di sviluppare soluzioni che possano realmente mitigare la fame nel mondo.
Ha poi preso la parola la professoressa Simona Beretta, ordinario di Politica Economica presso la Facoltà di Scienze Politiche e Sociali della Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha approfondito la questione delle regole del commercio internazionale e il loro impatto sull’accesso al cibo. Ha evidenziato come le politiche protezionistiche e le fluttuazioni dei prezzi agricoli abbiano influenzato la sicurezza alimentare globale, specialmente nei paesi con redditi più bassi. Ha sottolineato l’importanza di riformare le politiche commerciali per garantire un accesso equo al cibo, promuovendo regole più eque che limitino il potere delle grandi corporazioni e sostengano le economie locali.
E’ poi intervenuto Mons. Robert J. Vitillo, Senior advisor al Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che ha esposto la gravità dello spreco alimentare e il suo impatto sia sulla povertà globale che sul cambiamento climatico. Ha messo in evidenza come il 20% del cibo prodotto a livello mondiale venga perso o sprecato, contribuendo significativamente alle emissioni globali di gas serra. Mons. Vitillo ha sottolineato l’urgenza di ridurre le perdite e gli sprechi alimentari come passo essenziale per rispettare il diritto al cibo e per un futuro sostenibile, invitando a un’azione concreta per invertire questa tendenza dannosa.
Ha fatto un saluto Maurizio Martina, Vice Direttore della FAO, sottolineando la necessità di rafforzare il multilateralismo come unica via per raggiungere gli obiettivi prefissati nella lotta alla fame nel mondo.
E’ stata poi la volta delle testimonianze di alcune Organizzazione Non Governative, aderenti al Forum Roma, tra cui Fundación Promoción Social che ha offerto un’analisi approfondita dei suoi interventi in Etiopia, una nazione tra le più colpite dalla crisi alimentare globale.
Dal 2006 -ha spiegato Rossella Miranda, Delegata di FPS in Italia– la Fondazione ha investito circa 8 milioni di euro per sviluppare 13 programmi in partenariato con la Commissione per lo Sviluppo Sociale della Chiesa Cattolica Etiope, concentrando gli sforzi principalmente nelle regioni Somali e Oromia, aree notevolmente vulnerabili agli shock climatici e caratterizzate da un accesso limitato ai servizi di base come acqua ed elettricità.
E’ stato illustrato l’approccio: olistico e multisettoriale, mirato a diminuire la vulnerabilità delle comunità rurali attraverso una serie di interventi sostenibili e diversificati. Negli ultimi anni -è stato ricordato- gli sforzi si sono concentrati nel rafforzamento delle capacità agricole locali attraverso l’introduzione di colture resistenti ai cambiamenti climatici e sistemi di irrigazione sostenibili, oltre a promuovere l’agro forestazione domestica. Questi sforzi non solo hanno migliorato la disponibilità e la qualità del cibo, ma hanno anche rafforzato l’autosufficienza delle comunità a lungo termine. E’ stato poi menzionata l’attenzione all’uguaglianza di genere, riconoscendo e potenziando il ruolo delle donne, particolarmente colpite dalla crisi climatica, nel processo agricolo. La partecipazione femminile si è rivelata un fattore determinante per il successo dei programmi, come confermato da una valutazione esterna che ha coinvolto 12.000 beneficiari negli ultimi quattro anni. E’ stato menzionato il lavoro infrastrutturale, in risposta alla siccità: la Fondazione ha costruito e riabilitato pozzi e bacini idrici, garantendo l’accesso all’acqua per il consumo e l’irrigazione a oltre 80.000 persone. Questo non solo ha migliorato le condizioni di vita delle comunità, ma ha anche contribuito al loro benessere sanitario.
E’ stato posto l’accento sull’adozione di metodologie che rispondono alle specificità locali, come il “learning by doing” e la “Farmer/Pastoral Field School”, che permettono alle comunità di adattarsi e prosperare nonostante le sfide. La recente adesione al Cluster dell’Agriculture Task Force guidato dalla FAO -è stato ricordato- è un segnale del riconoscimento del valore del lavoro della Fondazione e della sua capacità di contribuire a soluzioni condivise e efficaci per combattere l’insicurezza alimentare in Etiopia e oltre.
A conclusione del seminario Vincenzo Conso, coordinatore del Forum Roma, ha presentato il Manifesto redatto dalle Ong aderenti, sottolineando l’importanza di azioni concrete e tempestive, richiamando l’esortazione di Papa Francesco e gli obiettivi dell’Agenda 2030, promuovendo un impegno globale per un’agricoltura sostenibile e l’eliminazione della fame.
Le parole finali sono state di Mons. Fernando Chica Arellano, Osservatore Permanente della Santa Sede presso la FAO, l’IFAD e il PAM: “Il diritto al cibo sarà una realtà tangibile se, lasciando indietro ogni retorica, mettiamo ogni persona al centro delle nostre strategie e del nostro operato. Non possiamo accontentarci solo di elaborare statistiche. Sono le persone quelle che dovrebbero contare. I dati vengono dopo”.