18 Marzo, 2015
‘Dialogo e libertà di religione, a cinquant’anni da Nostra Aetate’

Il 26 febbraio 2015 il Centro de Estudios de Oriente Medio de la FPSC (CEMOFPSC) in Italia ha organizzato una colazione di lavoro sul tema del dialogo e della libertà religiosa. Relatori principali sono stati: Mons. Agostino Marchetto, Segretario Emerito Pontificio Consiglio Pastorale dei Migranti e gli Itineranti e  Mustafa Cenap Aydin, Direttore dell’Istituto Tevere.

 

 

 

Tra le dichiarazioni, Mons. Marchetto ha sottolineato che “con il Concilio Vaticano II, la Chiesa ha riconosciuto il diritto della persona umana alla libertà di religione”, segnando la differenza con il passato “non è la Verità che ha dei diritti, ma è la persona umana che ha il diritto; e poi anche il dovere di ricercare la Verità secondo coscienza e quindi responsabilità”. E ancora: “Il Concilio Vaticano II con -Nostra Aetate e Dignitatis Humanae- ha dato origine a nuovi stimoli, a sforzi e iniziative; ma l’applicazione richiede tempo e impegno, il cammino prosegue”.

Per la protezione delle minoranze, Mons. Marchetto ha sostenuto che sarebbe auspicabile una maggiore laicità e anche prese di posizione più nette da parte del mondo musulmano contro il fondamentalismo.

Aydin, da parte sua, ha sottolineato come “Notra Aetate”  sia un documento importante per la riconciliazione: “cristiani e musulmani devono collaborare e dialogare per il bene di TUTTI gli uomini”.

“Anche il Corano afferma –ha ricordato Aydin- che non c’è costrizione nella religione. Il fondamentalismo è una realtà esterna alla natura propria della religione”.  Lo Stato Islamico (Califfato) non è Islam perché questo non impone una forma di Stato”.

Allo stesso tempo, Aydin ha sottolineato come, in Europa, l’Islam non sia sufficientemente protetto: “sorgono moschee in luoghi di fortuna; ognuno può dichiararsi Imam mentre nei paesi islamici ciò non è possibile”. Infine, ha ricordato che: “Il terrorismo è innanzitutto contro i musulmani: l’ISIS fa più vittime tra i musulmani anche se in Europa giustamente si parla della persecuzione dei cristiani.”

corrieredelsud.it

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