Con questo titolo si è svolta a Roma, il 13 maggio 2014, un incontro con ambasciatori e giornalisti, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’importante pellegrinaggio in Terra Santa di Paolo VI ,nel 1964, il primo per un Pontefice in tempi moderni, e in vista del primo viaggio di Papa Francesco in quei luoghi.
L’incontro è stato organizzato da FPSC e Mediatrends.
Relatore è stato Zion Evrony, Ambasciatore di Israele presso la Santa Sede: “Il viaggio di Papa Francesco sarà molto positivo e darà un grande impulso al dialogo interreligioso nel paese, considerando principalmente il fatto che è accompagnato da un capo religioso musulmano e da un rabbino. Essendo rappresentate le tre religioni monoteiste, ciò avrà un impatto importante in Terra Santa”.
L’ambasciatore ha considerato che l’esperienza personale di ogni Papa connota fortemente le visite e che il Papa Francesco aveva già instaurato relazioni con la comunità ebraica in Argentina e aveva partecipato anche ad un programma televisivo con il rabbino Skorka. È stato testimone di due attacchi in Argentina, uno all’Ambasciata di Israele e l’altro alla comunità ebraica, ha sempre dimostrato empatia, identificandosi con la sofferenza del popolo e si è sempre apertamente schierato contro il terrorismo, contro l’uso della violenza in nome della religione e in nome di Dio.
“Per quanto riguarda il processo di pace è evidente che il Papa attuale è un grandissimo capo spirituale, un messaggero di pace e ha come tema centrale dei suoi discorsi e omelie l’impegno a favore della pace. Il dialogo con i leader religiosi in Israele sarà molto importante già che essi sono coloro che possono diminuire l’animosità che esiste tra le due parti in conflitto e contribuire a costruire il dialogo.”