16 Marzo, 2018
“Agricoltura diversificata e sostenibile alla luce della Laudato Si”, seminario di studio alla FAO

Il 14 marzo si è svolto alla FAO il seminario di studio, “Agricoltura diversificata e sostenibile alla luce della Laudato Si”, organizzato dal Forum Roma delle ONG di ispirazione cattolica, di cui fa parte l’International Catholic Rural Association (ICRA). Introdotti dal coordinatore del Forum, Vincenzo Conso, sono intervenuti il Vice Direttore Generale della FAO, Daniel Gustafson, S.E. Mons. Silvano Tomasi del Dicastero Sviluppo Umano Integrale, il Segretario Generale FAI-CISL Luigi Sbarra; quindi, dopo numerose domande ed interventi dei presenti, le conclusioni di Mons. Fernando Chica Arellano, Osservatore Permanente della S.Sede presso FAO, IFAD, PAM.

Daniel Gustafson ha sostenuto che l’enciclica è molto importante perché ci dà un immagine approfondita della sfida che caratterizza la nostra era; rinnovando la migliore tradizione della DSC che ha sempre individuato e sollecitato risposte alla questione centrale di ogni tempo, a partire dalla “giustizia sociale” con la Rerum Novarum di Leone XIII (1891).

Oggi questa sfida è la “questione ambientale” che, letta nel suo indistricabile nesso con lo “sviluppo umano integrale”, porta il Santo Padre a parlare di ecologia integrale.

Un compendio di informazioni, analisi e considerazioni che collegano le tematiche del cambiamento climatico a quelle sulla sicurezza alimentare (FAO) e la lotta alla povertà. Temi che la comunità internazionale sta cercando di affrontare con l’“Accordo sul clima” approvato a Parigi nel 2015 e con gli obiettivi di “Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”.

Come sottolineato anche da mons. Silvano Tomasi, il cuore di questo impegno è definibile dalla volontà di guardare all’ambiente e allo sviluppo umano dicendo che nessuno e niente deve essere lasciato indietro, quindi lo sguardo all’altro (persona) e al pianeta dove problemi e soluzioni sono sempre collegati.

Abbiamo bisogno di un mercato capace di rispondere a dimensioni “etiche” (mercato etico), l’enciclica evidenzia e critica il rapporto tra un certo tipo di innovazione tecnologica e la manipolazione del mercato, per cui quest’uso della scienza e della tecnologia non è in grado di risolvere i problemi. C’è una carenza di volontà politica a fronte della quale si sta alimentando questo dibattito internazionale per promuovere una conversione culturale.

In questo contesto è quanto mai necessaria un’“agricoltura diversificata” che guardi alla sostenibilità, alle indicazioni maturate nell’impegno per la sicurezza alimentare e nella lotta alla povertà nella aree rurali, le quali hanno evidenziato il ruolo centrale della trasformazione dell’agricoltura familiare per rispondere a tutte quelle sfide creando una nuova economia il cui fondamento sono gli esseri umani.

Considerazioni riprese da Luigi Sbarra rammentandoci che dobbiamo considerare la terra un prestito che ci fanno i nostri figli, che nell’agroalimentare lo sviluppo o sarà sostenibile, o non sarà sviluppo; infine, sostenendo che occorre un patto intergenerazionale nei territori e a livello nazionale.

Nel dibattito si è sottolineato che si parla molto di sostenibilità, ma al momento mancano politiche e finanziamenti per una sostenibilità “alta”, che esiste prevalentemente nei libri. Similmente abbiamo ampiamente le risorse e le tecnologie per risolvere il problema della fame, invece non è risolto; allo stesso tempo si amplia la malnutrizione e si moltiplicano i conflitti rendendo drammatiche diverse situazioni. Mons. Fernando Chica Arellano ha concluso i lavori sostenendo che in questo momento il necessario realismo ci dice che la sfida di “Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile” è persa, nonostante ci siano le risposte ma, come già sottolineato, manca un’autentica volontà di realizzarle. Non c’è stato l’accordo per il finanziamento dello sviluppo necessario per i 17 obiettivi e i 169 sotto-obiettivi, ma non dobbiamo guardare solo alle cose che non vanno e ai rischi; si è attivata una reazione culturale e sul piano delle opere ben riconoscibile guardando alle buone pratiche e ai tanti micro- progetti, che testimoniano una capacità di agire dal basso. Occorrono coscienze formate e non solo informate, per costruire con tanti mattoni quelle opere, esempi di come valga la pena passare per questo mondo; infine, egli ha ringraziato il Forum e il suo coordinatore perché sono un aiuto prezioso per andare avanti in questo impegno.

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