Lo scorso 20 gennaio si è tenuto a Roma il primo incontro del nuovo anno organizzato dal Centro di Studi del Medio Oriente in Italia (CEMOFPSC) con l’obiettivo di approfondire argomenti legati a quell’area geografica, con l’aiuto di esperti del settore.
Il tema della colazione di lavoro è stata “Una nuova politica per il Mediterraneo. Segnali dal Marocco”. A tale incontro ha partecipato Abouyoub Hassan, Ambasciatore del Marocco presso il Quirinale.
L’Ambasciatore ha spiegato il “modello marocchino” che si è affermato gradualmente, a partire dall’indipendenza nel 1956. A quel tempo il Marocco era caratterizzato da un alto livello di povertà e con un tasso di analfabetismo tra i più alti. In poco più di cinquanta anni, il paese ha raggiunto un consistente progresso per quanto riguarda stabilità e crescita economica.
“Il paese ha dimostrato la capacità di fare le riforme” ha sostenuto l’Ambasciatore, definendo il Marocco come la “Terra del consenso”. I giovani rappresentano il 60% della popolazione ed hanno la capacità di esistere politicamente godendo di una partecipazione sancita dalla Costituzione, così come è consentito alle donne.
“La politica è fortemente influenzata dal sistema educativo vigente: dobbiamo ammettere il fallimento dei sistemi educativi in Medio Oriente, tanto da un punto di vista quantitativo come qualitativo” e ha continuato “In Marocco abbiamo avviato una profonda riforma in questo settore e da diversi anni, per esempio, è stata concessa autonomia al sistema universitario, ciò significa che il controllo dello Stato è minore e che le università hanno la libertà di aprirsi al mondo esterno attraverso formule di partenariato”.
Quindi il modello del Marocco è unico nella zona, la vocazione euro-mediterranea del paese è, di fatto, il risultato della posizione geografica, della sua economia, della sua storia, della sua adesione a valori umanistici di progresso, ragione tolleranza: “una chiara separazione di poteri significa che per noi non è un problema in assoluto separare la politica dalla religione”.
Infine l’Ambasciatore ha risposto ad una domanda sulla questione dell’immigrazione proveniente dall’Africa sub sahariana, un fenomeno che colpisce anche il Marocco: “ la demografia è il motore dell’ economia; l’Europa, dopo aver perso questa capacità, non è più capace di crescere in competitività a livello globale”. Quindi la costante immigrazione cui il paese è soggetto è considerata come un fenomeno positivo tanto più che le politiche recenti si sono orientate a favore della legalizzazione dei permessi di residenza: “In due settimane sono state registrate 250.000 persone”. L’immigrazione, ha concluso l’Ambasciatore, dà vita alla “diversità” che è sempre stata la ricchezza del Mediterraneo.