In occasione della Giornata Mondiale dell’Africa (25 maggio) e del 5° anniversario dell’Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco, Harambee ha promosso un seminario online sul tema: “Emergenza Climatica e Africa”, in una prospettiva post Covid-19.
Il webinar è stato possibile anche grazie alla collaborazione con Fundación Promoción Social, la moderazione è stata affidata a Massimo Zaurrini, direttore del mensile economico “Africa e Affari”.
La riflessione è partita dal presupposto centrale dell’Enciclica papale e cioè l’idea di un’ecologia integrale: l’uomo è parte integrante della natura e dell’ambiente in cui vive, è quindi necessario considerare l’interazione tra dimensione umana e sociale. E il problema ambientale – con tutte le sue sfaccettature e ricadute sociali – riguarda tutti.
“L’impatto del COVID-19 colpirà in modo sproporzionato i Paesi a basso reddito in Africa e potrebbe portare a una crisi alimentare e nutrizionale ben al di là di quelle attuali” ha affermato Giammichele De Maio, responsabile dei rapporti con le Ong al World Food Programme.
L’insicurezza alimentare e la malnutrizione potrebbero colpire gruppi che in precedenza erano in grado di soddisfare i propri bisogni. “In questo momento è necessario assicurare sostegno per salvare vite umane e proteggere i mezzi di sussistenza, rafforzando nel contempo i sistemi”.
È necessaria una forte attenzione ai gruppi più vulnerabili e più soggetti a rischi naturali e climatici. De Maio ha quindi presentato il piano d’azione elaborato dal WFP per rispondere all’emergenza.
E’ intervenuto, poi, Carlo Papa, Direttore di Enel Foundation, presentando alcuni casi concreti per illustrare l’impatto del cambiamento climatico sugli ecosistemi africani. Papa ha presentato alcune iniziative imprenditoriali africane, volendo sottolineare la crescente attenzione verso un futuro sostenibile.
Successivamente ha preso la parola Izael Pereira Da Silva, Deputy Vice Chancellor all’Università Strathmore di Nairobi, in Kenya “è necessario formare generazioni in grado di costruire un futuro più verde, ma occorre anche rafforzare un’educazione che non sia solo accademica e tecnica: spiegare alle nuove generazioni l’importanza di perseguire il bene e la verità come un modo sostenibile di vivere su questo pianeta è parte della nostra responsabilità a Strathmore”; per questo motivo, l’impegno sociale degli studenti è parte integrante del Curriculum accademico.
Gerard Poch, responsabile dei progetti di Fundación Promoción Social in Etiopia ha raccontato l’esperienza sul campo dell’organizzazione impegnata in un programma volto a mitigare le conseguenze del cambiamento climatico e a sviluppare misure di protezione ambientale, favorendo la crescita socio-economico nella Regione dei Somali, ad est del Paese dove, come ha ricordato Poch “Il settore agricolo contribuisce a circa il 45% del PIL e all’ 80% dell’impiego” e dove, pertanto, “I cambiamenti climatici esercitano un forte impatto sulla sopravvivenza di tutta la popolazione”.
A concludere i lavori è stato D. Joshtrom Isaac Kureethadam SDB, responsabile del Settore Ecologia al Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede. Al Dicastero è stata infatti allestita la “Covid-19 Vatican Commission”, la task force voluta da Papa Francesco per rispondere alle necessità immediate delle Chiese locali, ma soprattutto come meccanismo di analisi e riflessione sulle conseguenze socio-economiche, culturali, politiche e spirituali della pandemia.
Don Josh ha posto l’accento su una “Metafisica dell’interrelazionalità: dal momento che tutto è intimamente relazionato e che gli attuali problemi richiedono uno sguardo che tenga conto di tutti gli aspetti della crisi mondiale, è bene soffermarci a riflettere sui diversi elementi di una ecologia integrale”, illustrando poi il programma di formazione (promosso dal Dicastero per l’anno di celebrazione della Laudato Sì) dedicato ai diversi settori della società civile”.